ROMA. 6 DIC. Oltre un italiano su quattro, il 28,7% delle persone residenti in Italia, è “a rischio di povertà o esclusione sociale”. Lo stima l’Istat secondo un’analisi del 2015.
Si tratta di una quota, secondo l’Istat, “sostanzialmente stabile rispetto al 2014”.
Il risultato è sintesi di “un aumento degli individui a rischio di povertà (dal 19,4% a 19,9%) e del calo di quelli che vivono in famiglie a bassa intensità lavorativa (dal 12,1% a 11,7%)”.
Nel 2015 l’Istat stima in 17 milioni 469 mila le persone a rischio povertà o esclusione sociale. Numeri che, scrive l’Istituto, vedono gli obiettivi prefissati dalla Strategia Europea 2020 ancora lontan”.
Entro il 2020, infatti, l’Italia dovrebbe ridurre gli individui a rischio sotto la soglia dei 12 milioni 882 mila. Oggi la popolazione esposta è invece “superiore di 4 milioni 587 mila unità rispetto al target previsto”.
Sempre secondo le stime dell’Istat, quasi 1 su 2 ovvero quasi la metà dei residenti nel Mezzogiorno risulta a rischio povertà o esclusione sociale posizionando la percentuale di esposizione nell’Italia meridionale al 46,4%, in rialzo sul 2014 (45,6%) e notevolmente maggiore rispetto alla media nazionale (28,7%).
In particolare in Sicilia sarebbe del 55,4%, Puglia del 47,8% e Campania del 46,1%.
Al Centro la soglia si ferma al 24% e al Nord al 17,4%.
In Italia inoltre la metà delle famiglie residenti può contare su un reddito netto non superiore a 24.190 euro, ovvero a 2.016 euro al mese.