CATANIA. 13 APR. Serata calda quella del 12 aprile al Teatro Massimo Bellini di Catania che oltre a regalare ai catanesi una temperatura estiva ha anche scaldato i loro animi con un spettacolo di flamenco (e non solo) dai toni raffinati. In programma fino al 17 infatti sul palco di uno dei teatri più belli d’italia è lo spettacolo Cosmogonia della spagnola Sara Calero. ‘ Cosmogonia ‘, è il terzo lavoro di Sara ed è un lavoro squisito di musica e danza presentato come una metafora del tempo, una miscela tra gioco ed evocazioni.
Tre danzatori di varie estrazioni , un quartetto d’archi, due chitarre classiche e un voce si uniscono, armonizzando i loro stili in una scena fatta di tagli di luce in cui tutto si muove con fantasia, aiutato da piccoli accorgimenti fatti di piume, di cappelli, di costumi colorati che vogliono ipotizzare gli stili e le origini della danza spagnola. Tutto si mescola per soffermarsi in un universo che cambia, che non è altro che la storia personale che possiedono gli artisti.
Scarlatti, Boccherini, Padre Soler sono la colonna sonora di questo spettacolo che oscilla tra la danza ‘stilizzata’ e il flamenco con una nuova espressione “ibrida” che costituisce il linguaggio della danza attuale. La superba voce di di Gema Caballero aiuta la riuscita dello spettacolo che parte un po’ in sordina ma che poi decolla ed avvince il pubblico.
Sara Calero e Gema Caballero portano in scena un lavoro rigoroso che offre una sintesi squisita di musica e danza presentata come una metafora del tempo.
Sara Calero, del resto è un’artista a 360 °, una ballerina di tecnica, ma dotata anche di grande espressività, capace di affrontare tutti i registri con grande abilità. Balla a ritmo veloce per poi fermarsi e abbracciare melodie lente, rotonde e suadenti come nel chiaro di luna di Debussy per poi nuovamente salire verso una traduzione divertente delle brillanti canzoni della Caballero.
Carlos Chamorro , direttore del Malucos DANZA, è un solista flamenco elegante e convincente nelle sue finiture contemporanee. La parte più debole è quella del ballerino classico, Moses Martin, la cui tecnica è messa in ombra dalla mancanza di spazio in un palco che come richiede il flamenco vuole i musicisti in scena .
FRANCESCA CAMPONERO
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